Un estate di tanti anni fa, appena iniziato il mio percorso sulla via dello Yoga, mi sono imbattuta in un libro che mi ha cambiato profondamente. Distesa su una spiaggia in un' isola della Croazia ho divorato il libro in pochi giorni e nel corso degli anni l'ho riletto più e più volte. Il libro è "La saggezza dello Yoga" di Stephen Cope ed è una interpretazione degli Yoga Sutra di Patañjali, considerati una pietra miliare nella tradizione dello yoga.
Gli yoga Sutra sono una raccolta di 196 aforismi che servono come guida per raggiungere uno stato di autorealizzazione.
La compilazione è attribuita a Patañjali. Non si sa molto della sua vita ma probabilmente è vissuto tra il II e IV sec. dopo Cristo.
La legenda narra che Patañjali sia l' incarnazione di Ādiśeṣa, il serpente dalle mille teste su cui giace Vishnu.
Un giorno Vishnu, avendo visto danzare Shiva l’Ananda Tandava, la danza della creazione, ne fu così estasiato da vibrare tutto e suscitare la curiosità di Ādiśeṣa che chiese a Vishnu che cosa fosse successo.
Quest’ultimo ultimo rispose che la bellezza, la grazia e la potenza della danza di Shiva lo avevano mandato letteralmente in estasi.
Incantato da questa esperienza vissuta, Ādiśeṣa chiese di poter anche lui assistere all’Ananda Tandava. Vishnu rispose che solo un essere umano avrebbe potuto godere della danza di Shiva. A quel punto Ādiśeṣa espresse il desiderio di incarnarsi per poter fare quella meravigliosa eperienza.
Un giorno ebbe la visione di una devota yogini chiamata Gonika. Proprio in quel momento la devota si stava prostrando di fronte al Sole ad occhi chiusi, con le mani unite a coppa che racchiudevano della semplice acqua come offerta, implorandolo di benedirla con un figlio prima che il suo tempo finisse.
Ādiśeṣa comprese che quella sarebbe stata la madre perfetta.
Proprio quando la donna, riaperti gli occhi, stava per offrire l’acqua al Sole, notò che fra le sue mani c’era un piccolo serpente che vi nuotava e che subito si trasformò in essere umano. Il piccolo umano si chinò davanti alla yogini e le chiese di accettarlo come figlio. Gonika accettò e lo chiamò Patañjali.
Il nome Patañjali significa caduto sulle mani giunte in preghiera, dove “Pata“significa caduto, mentre “Añjali” offerta, ma anche mani giunte in preghiera.
Tradizionalmente, la maggior parte degli insegnamenti era trasmessa oralmente e gli studenti imparavano attraverso i sutra. La parola sutra deriva dalla stessa radice del termine medico sutura, che significa connettersi o tenere insieme. Quando l'insegnante spiegava, allo studente veniva data una breve frase che in seguito gli avrebbe ricordato l'intero argomento trattato.
I sutra sono suddivisi in quattro pada o capitoli: Samadhi, Sadhana, Vibhuti e Kaivalya.
Samadhi Pada
Il primo capitolo spiega il significato dello yoga, inteso come uno stato dell'essere e centrale in quello stato è la quiete delle vritti o fluttuazioni mentali-emotive; la completa quiete della mente agitata. Spiega anche i vari problemi che possono sorgere per raggiungere lo stato dello yoga.
Sadhana Pada
Il secondo capitolo degli Yoga Sutra spiega come raggiungere uno stato yogico. Sadhana significa pratica e i 55 sutra in questa sezione approfondiscono il sentiero dell'Ashtanga Yoga, le otto pratiche che conducono a uno stato di yoga, che sono:
Yama – Cinque principi di etica
Niyama – Cinque principi di condotta e disciplina
Asana – postura
Pranayama – Regolazione del respiro
Pratyahara – Ritiro sensoriale
Dharana – Concentrazione
Dhyana – Meditazione
Samadhi – Auto-realizzazione
Il capitolo si immerge profondamente nelle prime sei, rendendolo forse il capitolo più importante per coloro che vogliono appliacare la tradizione yogica nella vita quotidiana.
Vibhuti Pada
I 56 sutra inclusi nel capitolo tre si concentrano sui benefici della pratica regolare. Qui, Patanjali esplora il potere e le manifestazioni che derivano dallo yoga e si tuffa più a fondo nelle ultime due pratiche dell'Ashtanga: Dhyana e Samadhi.
Kaivalya Pada
Il capitolo finale degli Yoga Sutra di Patanjali contiene 34 sutra che si concentrano sulla liberazione dalla sofferenza.
Il primo aforisma recita:
Atha yoga-anushasanam
Adesso gli insegnamenti dello Yoga
In maniera significativa, non solo questo sutra inizia con la parola atha, ma tutto il testo inizia con la parola Atha. Atha è la parola più di buon auspicio: significa "ora". Richiama la nostra attenzione ad essere presenti nel qui e ora, ci invita ad essere totalmente partecipi e con mente aperta agli insegnamenti che verranno esposti ma ci invita, sopratutto, a vedere le cose come sono veramente senza il ricordo del passato o proiezioni future. Anche la sola pratica degli asana è progettata per tenerci consapevoli del momento: concentrarsi sugli allineamenti del corpo, sulla nostra respirazione e sul cambiamento energetico nel nostro corpo ci tiene ancorati al presente. Atha trasforma lo yoga in un insegnamento vivente ed estremamente attuale.
Quest'anno nelle nostre pratiche approfondiremo e studieremo i principali sutra e cercheremo di metterli in pratica sul tappetino e nella nostra quotidianità.
Che il nostro viaggio abbia inizio!
Bibliografia:
In Italiano
Stephen Cope LA SAGGEZZA DELLO YOGA Universale Economica Feltrinelli
B. K. S. Iyengar COMMENTO AGLI YOGA SUTRA DI PATANJALI Feltrinelli
Edwin F. Bryant GLI YOGA SUTRA DI PATANTJALI Edizioni Mediterranee
Vimala Thakar LO YOGA OLTRE LA MEDITAZIONE. SUGLI YOGA SUTRA Ubaldini Editore
In Inglese
Swami Prabhavananda HOW TO KNOW GOD Vedanta Press & Bookshop
Sri Swami Satchidananda THE YOGA SUTRAS OF PATANJALI Integral Yoga Dist
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